Demographia

COMMENTO DI FRANCESCO RAMELLA
Alta velocità fra Torino e Lione:
c'è una strada migliore

La chiusura temporanea del traforo del Fréjus a seguito dell'incidente della scorsa settimana ha fatto sì che da più parti si levasse la richiesta di un'accelerazione dei tempi di realizzazione della linea ferroviaria ad alta capacità fra Torino e Lione. Due importanti ostacoli sembrano però frapporsi alla costruzione della nuova infrastruttura: da un lato, la contrarietà di una parte importante degli abitanti della Val Susa; dall'altro la difficoltà a reperire le risorse pubbliche per il finanziamento dell'opera. E' forse opportuno valutare attentamente la possibilità di adottare una soluzione alternativa che potrebbe meglio contemperare la necessità delle merci italiane di accedere ai mercati esteri in condizioni ottimali pur in presenza di eventi eccezionali e l'esigenza di limitare l'impatto sulla popolazione locale oltre che quello sul bilancio statale. Questi tre obiettivi potrebbero essere conseguiti qualora si procedesse al raddoppio del tunnel stradale.

L'investimento richiesto sarebbe in tal caso dell'ordine del 20% di quello necessario per la realizzazione del tunnel ferroviario ed il costo potrebbe essere interamente sopportato dagli utenti dell'infrastruttura che si gioverebbero di un miglior livello di servizio e di un più alto grado di sicurezza rispetto ad oggi.

La ricaduta sul territorio sarebbe assai più limitata. Non sarebbe infatti necessario realizzare nuove opere lungo la Val Susa: l'autostrada esistente è infatti in grado di assorbire un flusso di traffico assai più elevato di quello attuale.

Il mancato trasferimento del traffico pesante dalla strada alla ferrovia non comporterebbe inoltre alcun rilevante impatto negativo sotto il profilo dell'inquinamento atmosferico. Come noto, infatti, le emissioni inquinanti dei veicoli di recente costruzione sono assai più contenute di quelle dei mezzi più vetusti. Basti pensare che le emissioni di un solo mezzo a norma Euro 0 equivalgono a quelle di circa dieci mezzi Euro 5.

Sebbene fortemente attenuato, l'impatto ambientale del traffico non sarebbe annullato. Appare quindi corretto prevedere che gli abitanti delle zone attraversate dell'autostrada vengano compensati economicamente per tale danno; le risorse da destinare a tale fine dovrebbero essere raccolte tramite un modesto incremento dei pedaggi.

Siamo ancora in tempo per farlo: perché non ripensarci?

2005.06.14

francesco.ramella@libero.it

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